Il Medioevo è l'epoca delle visioni che non sempre vengono classificate in senso positivo. Alla base c'è il Cristianesimo col tema della Resurrezione che va a incrociare quello pagano degli spiriti immersi nella Natura. La Natura è spirito, dirà Hegel in Età Romantica recuperando quanto avvertito nel Medioevo.
L'incrocio che ribadisce il tema della croce che abbiamo visto essere il fulcro intorno a cui si avvita il pensiero medievale è scavalcato da quello dell'innesto del Cristianesimo sul substrato pagano. Ciò comporta la sopravvivenza di un repertorio rappresentativo popolare che per quanto soffocato, assume connotati macabri e condizionanti. Il concetto di visione quindi va accuratamente indagato e scandagliato a seconda degli esempi. Il Medioevo ribalta il binomio vita morte anteponendo la morte alla vita. È questo un punto molto significativo che fa dipendere da esso la serie di condizionamenti a cui va incontro il buon Cristiano. La morte penetra nei tessuti della vita sottoforma di belva pronta a divorare l'anima peccatrice, risparmiando però i ministri della Chiesa che circondano il Papa sempre più figura autorevole e potente.
La stregoneria che si diffonde a macchia d'olio nei ceti bassi non ha nulla di magico. È un insulto alla Magia che trova patria e definizione nella Natura. È quanto sopravvive delle culture nordiche e pagane che comprometterebbero il potere del Papato da cui dipende la storia del Medioevo e delle due Età successive.
Al centro della tenebrosità del Medioevo c'è la figura dello spettro dal latino Specere: vedere. Lo spettro è nel Medioevo la visione ma non come la intende Dante ma come immagine della morte che giunge in visita all'uomo peccatore. Lo soettro è quindi tutto fuorché associazione alla luce. È il mondo buio degli Inferi che attanaglia le anime cattive. Il tema dello spettro e quindi a cucirsi a quello del diavolo che dal greco Diaballo significa dividere. Il diavolo, figura centrale del Medioevo, è colui che separa l'uomo dalla comunione in Cristo. Signore dell'Inferno, impedisce la via di scampo ai dannati che bruciano tra le sue fiamme eterne.
Il Medioevo propone una scissione netta tra diavolo e demonio, il secondo rappresentante dei pensieri cattivi che s'impossessano del credente vulnerabile. I demoni sono gli incubi che funestano le notti di chi è sulla via del pentimento. Sono spiriti dediti al tormento delle anime e porgono il braccio all'autorità del Papa interessato a soggiogare il popolo. C'è una relazione sotto che suggerisce questo meccanismo tra demonio e demos: popolo. Un avvicinamento etimologico che aiuta la sottomissione e l'azione di controllo del Papa sulla moltitudine rappresentata dal popolo.
Una profonda repressione di verifica a seguito dell'opera missionaria condotta nei primi secoli del Cristianesimo in Irlanda e nei Paesi nordici rivolta contro gli spiriti dei boschi e il piccolo popolo delle entità sottili rappresentati per la maggiore da fate ed elfi. Non sempre questi sono benevoli ma la loro.cattiveria spesso solo giocosa birbanteria, nulla ha a che fare con la perfidia demoniaca. Sono comunque essere di luce, spiritelli, rappresentazioni della forza vitale che regola la Natura e che la rende tutta un organismo vivente. Sono colorati e luminosi e vanno incontro a chi è in pericolo porgendo il braccio della loro sapienza.
La Natura è Spirito, la Natura è Dio e su questo andrà affinandosi il Pensiero naturalista del Seicento, recuperando In tutto l'antico patrimonio della filosofia ermetica.